“Tutto quello che è successo non me l’aspettavo“. Parole di Matilde Villa, grande talento del basket femminile italiano, che rappresentano la sua rapida e sorprendente ascesa.
La sua storia, dalla nascita alla chiamata al Draft WNBA, è raccontata nella docuserie in quattro episodi che ha come titolo, appunto, Non me l’aspettavo: il basket di Matilde Villa, disponibile in esclusiva su RaiPlay. Prodotta da One More Pictures in collaborazione con Rai Documentari, la regia è di Nicola Conversa, che ha firmato anche il soggetto con Matteo “Baruz” Baruzzo.
Quel “non me l’aspettavo“, purtroppo, si è rivelato premonitore anche in senso negativo. Pochi giorni prima dell’uscita della docuserie, a fine maggio 2025, Matilde ha subito un grave infortunio al ginocchio destro. La rottura al legamento crociato anteriore le ha impedito di partecipare agli Europei femminili, in cui peraltro l’Italia ha conquistato un bellissimo terzo posto.
Nonostante ciò, tutto il mondo della pallacanestro italiana e internazionale attende il ritorno in campo di Matilde, più forte di prima e pronta a raggiungere i traguardi che le competono.
Origini e talento di Matilde Villa
La docuserie racconta l’intero percorso sportivo e di vita di Matilde Villa, a partire dalla nascita a Lissone, in Brianza, il 9 dicembre 2004. A venire al mondo non è da sola: con lei c’è Eleonora, la gemella, anche lei futura cestista. Due sorelle competitive, cresciute facendo sport, ma sempre legate da un rapporto di sostegno e incoraggiamento reciproci.
Oltre a Eleonora e Matilde, le interviste coinvolgono i genitori Paolo e Nadia, il fratello maggiore Edoardo – che ha trasmesso alle sorelle la passione per il basket – la sua prima istruttrice di minibasket, gli allenatori di giovanili e prima squadra di Costa Masnaga, club della provincia di Lecco dove Matilde debutta in Serie A1 a quindici anni non ancora compiuti.
Gli episodi sono inoltre arricchiti dalle testimonianze, tra le altre, di Gianmarco Pozzecco (allora coach della Nazionale maschile), del collega della femminile Andrea Capobianco, del presidente FIP Gianni Petrucci, Gigi Datome, Pippo Ricci e Giacomo Galanda. E da digressioni su alcune realtà cestistiche italiane dall’elevato valore sociale: il basket in carrozzina, il mondo dei playground e il 3×3. Quest’ultimo diventato sport olimpico e in cui l’Italia donne ha vinto il titolo mondiale 2018.
L’ascesa: dai 36 punti all’America
Il 28 novembre 2020, a sedici anni ancora da compiere, Matilde segna 36 punti con Costa Masnaga in una partita contro la Dinamo Sassari. Una prestazione in the zone che la porta al centro dell’attenzione del pubblico e dei media. La famiglia resta sempre fondamentale per aiutarla a gestire la notorietà improvvisa, mantenendola ancorata ai valori e alla persona che è sempre stata.
Nel 2021 debutta in Nazionale maggiore, diventando la quinta più giovane esordiente nella storia delle azzurre. Nel 2022 passa alla Reyer Venezia, con cui vince lo scudetto nel 2024. Intanto, la sorella Eleonora, rimasta a Costa Masnaga, sceglie di varcare l’oceano per giocare nei college americani a Washington State.
Ma l’America arriva presto a bussare alle porte di Matilde. Il 15 aprile 2024, a 19 anni, la giocatrice lombarda viene selezionata dalle Atlanta Dream con la 32ª scelta assoluta al Draft WNBA, prima italiana scelta direttamente dal campionato. Lei è a casa con famiglia e amiche fino a notte fonda per aspettare la notizia. Tuttavia decide di rimanere in Italia per completare la stagione e continuare a migliorarsi.
Non me l’aspettavo celebra anche il legame con gli Stati Uniti attraverso un altro flashback, dedicato alla storica vittoria della Nazionale maschile su Team USA a Colonia nel 2004 (l’anno in cui nasceva Matilde Villa), con protagonisti in campo Pozzecco, Galanda e molti altri. L’emozione nel rivedere quelle immagini trasmesse da Sportitalia non ha mai perso intensità.
Il futuro di una promessa
A 21 anni, Matilde Villa resta la promessa più attesa del basket femminile italiano. Un movimento che, nonostante grosse difficoltà strutturali e di visibilità, sta lentamente tornando a brillare dopo il bronzo europeo. Il suo percorso rappresenta una ventata di freschezza e speranza per tutto l’ambiente, perché in lei si uniscono talento, dedizione e passione.
Adesso l’obiettivo principale è recuperare pienamente dal grave infortunio e tornare in campo con più energia di prima, per poi giocarsi la carta WNBA nel modo migliore possibile. Ma, come dimostra il suo atteggiamento dentro e fuori dal parquet, Matilde non ha mai perso di vista ciò che la rende unica: la capacità di restare se stessa, con semplicità, umiltà e un sorriso che racconta più di mille parole.
Come afferma lei stessa nelle ultime battute della serie: “Il basket per me è semplicemente tutto, mi si illuminano gli occhi ogni volta che gioco. Tutto ciò che sono è nato anche grazie al basket, la persona che sono, i valori che ho“.