Film di basket: Coach Carter

Le sconfitte si fermano qui“. Un magistrale Samuel L. Jackson è Coach Carter, film del 2005 ispirato a una storia vera e ambientato nel mondo del basket delle high school americane.

Siamo nella città di Richmond, in California, non lontano da San Francisco. Il quartiere popolato principalmente da afroamericani è un posto difficile, come tanti negli Stati Uniti. Nel liceo locale, la Richmond High School, la maggioranza dei ragazzi abbandona gli studi e soltanto un’infinitesima percentuale riesce ad arrivare all’università.

Per i più atletici, lo sport sembra essere l’unica via d’uscita. Ma la squadra di basket della scuola, gli Oilers, è una realtà perdente da molti anni. L’anziano coach, in procinto di andare in pensione, propone la panchina a Ken Carter, un ex alunno di Richmond che aveva allenato con successo quando era studente e ora titolare di un negozio di abbigliamento sportivo.

Coach Carter, il duro

Una volta accettato l’incarico, però, Carter trova una situazione insostenibile: la squadra è molto indisciplinata, formata per lo più da ragazzi problematici, che hanno frequentazioni con le gang e dimestichezza con la vita di strada, avvezzi a sopravvivere nella povertà e nel disagio.

Coach Carter, tuttavia, è un duro: proviene da una famiglia solidissima e crede fermamente nel rispetto delle regole. Impone così ai ragazzi la sua rigida disciplina, che non è fatta soltanto di sfiancanti allenamenti, ma anche di attenzione per lo studio. Soprattutto, l’allenatore tratta i suoi giocatori da uomini e non da ragazzini, insegnando loro che far fede agli impegni presi è la cosa più importante. Chi va bene a scuola, potrà anche giocare a basket. La palestra non deve essere una fuga dall’istruzione.

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Qualcuno se ne va sbattendo la porta, altri stentano a riconoscere l’autorità del coach, ma la maggioranza dei giocatori si mette al lavoro e diventa un gruppo unito. Le vittorie fanno presto a tornare: quel che non va è che, nonostante tutto, i ragazzi continuano a deludere sul piano scolastico.

Così, coach Carter matura una decisione senza precedenti, scontrandosi con l’intera comunità: chiudere la palestra e rinunciare alle partite, fino a quando i suoi studenti non abbiano recuperato negli studi. Quindi, alcune gare degli Oilers vengono perse a tavolino. Non importa: l’intento del coach è far capire loro che esiste un futuro migliore fuori dal ghetto e che vincere partite di basket non è tutto nella vita.

Curiosità, cast e location

Il personaggio di Ken Carter esiste veramente, è nato nel 1959 ed è stato lui a suggerire Samuel L. Jackson come interprete per la sua parte. La storia alla base del film è realmente accaduta nel 1999. Nel 2002 Carter è stato tra i tedofori della torcia olimpica dei Giochi invernali di Salt Lake City. Inoltre, è apparso al grande pubblico italiano nel 2007, quando Italia 1 trasmetteva le partite di slamball, quello strano basket con i  trampolini elastici che in quel periodo ha vissuto un momento di gloria: Carter era l’allenatore dei Los Angeles Rumble.

Notevole il cast di Coach Carter: Rob Brown, già protagonista di Scoprendo Forrester con Sean Connery, è di nuovo un giocatore di basket, Kenyon Stone; un debuttante Channing Tatum è Jason Lyle, ragazzo bianco che si atteggia ad afroamericano per essere accettato nel quartiere; Rick Gonzalez è la testa calda Timo Cruz; Antwon Tanner, visto nella serie One Tree Hill al pari di Texas Battle (Maddux nel film), è il dongiovanni Jarron “Worm” Willis; Robert Ri’chard interpreta Damien Carter, figlio del coach; Nana Gbewonyo è Junior Battle ed è stato un giocatore di NCAA Division II. Il personaggio femminile, Kyra, compagna di Kenyon, è affidato alla cantante r&b Ashanti, mentre Octavia Spencer è la mamma di Junior Battle.

Il brano portante della colonna sonora, che accompagna anche i titoli di coda, è Hope di Twista in featuring con Faith Evans. Per quanto riguarda le location, il film è stato interamente girato in California tra Los Angeles e San Francisco e relativi sobborghi. La palestra principale è quella della St. Anthony’s High School di Long Beach, mentre il torneo a inviti vinto dagli Oilers di coach Carter è ambientato in quella della Long Beach Polytechnic High School.

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