Sulle orme di “Slam Dunk”: i giocatori giapponesi in NBA

Rui Hachimura, con ogni probabilità, diventerà il più importante dei giocatori giapponesi in NBA e il più forte cestista nella storia del basket del Sol Levante.

Un paese che non hai mai avuto una grande tradizione nella pallacanestro e in cui tuttavia, grazie anche al successo dagli anni ’90 del manga e anime Slam Dunk, la passione non manca. Soprattutto a livello scolastico, dove il basket è organizzato in una struttura simile a quella americana.

Quanti sono i cestisti giapponesi che sono riusciti ad arrivare in NBA? Pochissimi: appena 3. Oltre a Rui Hachimura, Yuta Watanabe e, alcuni anni addietro, Yuta Tabuse. Prima di loro, con buona pace degli appassionati di spokon, anche per un promettente giocatore nipponico varcare l’oceano (Pacifico, in questo caso) per giocare a basket era qualcosa di impensabile e, in generale, di completamente estraneo alla cultura locale.

Qualcun altro è riuscito a giocare solo in NCAA, come Keijuro Matsui (cognome analogo a quello di uno dei protagonisti di Slam Dunk), mentre altri come il minuscolo Yuki Togashi, 167 centimetri, ci hanno provato con l’allora D-League prima di rientrare in patria. Escludiamo dal discorso gli statunitensi naturalizzati giapponesi J.R. Sakuragi (56^ scelta dei Vancouver Grizzlies nel 1998, che si cambiò nome in omaggio proprio a Hanamichi…) e Nick Fazekas (26 partite tra Dallas Mavericks e Los Angeles Clippers).

Oggi, se anche Watanabe riuscisse a confermarsi tra i professionisti USA, il Giappone potrebbe ritrovarsi addirittura con due giocatori NBA nella stessa stagione. Con tutti i risvolti mediatici ed economici che questa situazione sarebbe in grado generare in un paese di 126 milioni di abitanti sempre più appassionato di sport.

Rui Hachimura

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Nato nel 1998 nella prefettura di Toyano, ha lineamenti africani ereditati dal padre originario del Benin. Rui Hachimura costituirà un potente grimaldello per scardinare l’atavica diffidenza dei giapponesi verso gli “stranieri” o anche verso chi non sia “purosangue”.

Alto 2,06 per 104 chili di peso, i Washington Wizards – che lo hanno scelto al Draft 2019 con la nona chiamata – vedono in Hachimura un’ala potente, atletica e versatile, in grado di costituire una minaccia sul perimetro ma con la struttura fisica per destreggiarsi in area pitturata.

Con la nazionale nipponica Under 19 è stato il secondo miglior realizzatore ai mondiali FIBA di categoria del 2017, dietro solo al canadese RJ Barrett, scelto quest’anno dai New York Knicks. I suoi tre anni alla Gonzaga University, dove ha avuto nello staff tecnico anche l’italiano Riccardo Fois, sono stati un crescendo inarrestabile, concluso con il premio di giocatore dell’anno della West Coast Conference, con una media di 19,7 punti e 6,5 rimbalzi.

Il suo nome di battesimo, Rui, lo deve al nonno, grande appassionato di baseball: il corrispondente ideogramma sta a significare proprio la base, il cuscinetto di gomma che è un elemento fondamentale dello sport di squadra più popolare in Giappone.

 

Yuta Watanabe

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Figlio di giocatori di basket, Yuta Watanabe, classe 1994 dalla prefettura di Kagawa, dopo l’esperienza alla George Washington University ha collezionato 15 presenze con i Memphis Grizzlies nella stagione 2018-19 (2,6 punti e 2,1 rimbalzi in 11,6 minuti).

Watanabe, alto 2,06 alla faccia dei luoghi comuni sulla statura dei nipponici, è un’ala con l’abilità di trattamento palla di una guardia, tanto che è stato definito addirittura il Toni Kukoc del Sol Levante. Ha inoltre spiccate attitudini difensive e nel 2017-18, nell’ultima stagione al college, è stato nominato difensore dell’anno nella Atlantic 10 Conference. Si è sempre distinto per la concentrazione e l’efficacia con cui riesce a contribuire partendo dalla panchina.

Andato undrafted nel 2018, attraverso la Summer League giocata con i Brooklyn Nets è riuscito a ottenere un accordo con i Memphis Grizzlies, che lo hanno inserito nell’affiliata G League, i Memphis Hustle. Ringraziando la formula del two-way contract, il debutto in NBA – secondo giapponese di sempre –  arriva il 27 ottobre 2018 con 2 punti e altrettanti rimbalzi in una vittoria 117-96 sui Phoenix Suns.

 

Yuta Tabuse

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Yuta Tabuse è stato il primo giocatore di basket giapponese di sempre a debuttare in NBA. Il 3 novembre 2004 realizza 7 punti nel canestro degli Atlanta Hawks, vestendo la divisa dei Phoenix Suns di Mike D’Antoni. La squadra più anti-convenzionale di quegli anni, quella che di fatto ha aperto la strada all’attuale concezione di gioco dominante.

Tabuse, nato nel 1980, alla soglia dei quarant’anni gioca ancora nella B.League, la lega professionistica giapponese. Qui sverna dal 2008 giocando nell’Utsunomiya Brex, la squadra allenata dal suo allenatore di liceo Mitsuhiko Kato e che ha condotto a due titoli nazionali, nel 2010 e 2017.

La carriera NBA di Yuta Tabuse è stata brevissima: solo 4 apparizioni in quella stagione ai Suns. Una media di 1,8 punti e 0,8 assist in 4,3 minuti di utilizzo. Briciole. In più, tre stagioni nell’ex D-League senza brillare con Albuquerque Thunderbirds, Bakersfield Jam e Anaheim Arsenal, oltre a varie Summer League e training camp mai andati davvero a buon fine.

Il suo percorso, tuttavia, è un esempio di volontà e perseveranza: un piccoletto giapponese di 1,75, seppur tre volte campione nazionale liceale in patria con la Noshiro Technical High School della prefettura di Aita, che le tenta tutte per sfondare negli USA. Ha lasciato una traccia minima, pressoché evanescente, ma ha aperto la strada. Ha realizzato il sogno di Kaede Rukawa in Slam Dunk.

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