Misericordia di Venezia, il basket in mezzo all’arte

La Misericordia di Venezia, circondata dalla magia di una città unica e inimitabile, è stato uno dei luoghi più affascinanti dove si sia mai giocato a basket.

È stata definita “la palestra più bella del mondo”, e non avrebbe potuto essere altrimenti. Perché per circa cinquant’anni, dal 1925 al 1976, la Reyer Venezia ha disputato le sue partite in un edificio del ‘500 progettato da Jacopo Sansovino. E vincendo persino due scudetti al cospetto di affreschi attribuiti alla scuola del Veronese e raffiguranti i dodici profeti maggiori.

Situata nel sestiere di Cannaregio, alla confluenza tra Rio della Misericordia e Rio di Noale, la Misericordia di Venezia – il nome completo è Scuola Nuova di Santa Maria della Misericordia – è un complesso a due piani, oggi restaurato e riqualificato come spazio polifunzionale per eventi.

Un tempo, il livello adibito a palestra per il basket era il primo e ciò aggiungeva a questo posto un ulteriore motivo di fascino: per andare alle partite bisognava salire le antiche scale, tra colonne e sculture.

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Foto: Didier Descouens / Wikipedia.

Misericordia di Venezia: la storia

A Venezia il termine Scuola indicava una sorta di confraternita, laica o religiosa. Ce n’erano moltissime e avevano un ruolo chiave nel particolare tessuto sociale, politico e religioso della Serenissima. Infatti, non si occupavano solo di opere di carità, ma costituivano un vero e proprio sistema di sostegno economico e mutua assistenza per i cittadini.

Le più importanti erano le Scuole Grandi, di cui facevano parte i notabili della città e figuravano quindi tra le massime istituzioni locali. Ce n’erano nove e la Misericordia era una delle principali. Una realtà così facoltosa che poté permettersi una nuova e più grande sede al posto di quella originaria, costruita nel 1308 in Campo dell’Abbazia.

Dopo una serie di vicissitudini, l’architetto e scultore toscano Jacopo Sansovino – da non confondere con l’altro Sansovino, Andrea Contucci, che fu il suo maestro – ottenne il progetto per la Scuola Nuova di Santa Maria della Misericordia. Alle sue spalle c’era il doge Andrea Gritti, promotore di un programma di rinnovamento architettonico di Venezia.

Nel 1532 iniziarono i lavori del nuovo edificio, che però giunsero a compimento soltanto nel 1583, oltre dieci anni dopo la morte di Sansovino. La Scuola fu attiva fino al 1806, quando venne soppressa durante la dominazione napoleonica in Italia e destinata a funzione militare. La Repubblica di Venezia aveva già concluso la sua storia nel 1797.

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Foto tratta da Evenice.it.

Lo sport alla Misericordia

Dopo essere stata alloggio di soldati, magazzino e archivio statale, a fine ‘800 la Misericordia di Venezia iniziò a ospitare attività sportive, nell’epoca in cui fiorirono le moderne discipline. Soprattutto al piano superiore, che a differenza del piano terra è privo di pilastri e colonne che ostacolano gli atleti.

Risale infatti al 1872 la fondazione della Società Veneziana di Ginnastica Costantino Reyer, così chiamata dall’insegnante Pietro Gallo in onore di uno stimato collega e amico. Il sodalizio ottenne definitivamente l’utilizzo della Misericordia nel 1914. Inizialmente operante in ginnastica, lotta, pugilato, nel 1925 la Reyer aprì la sezione pallacanestro.

Nello storico edificio, il basket divenne presto l’attività prevalente. Le partite si giocavano in un campo in bitume fino al 1954 e poi in parquet, circondato da tribune in legno, il più delle volte gremite. Qui la Reyer vinse gli scudetti 1942 e 1943 e avrebbe primeggiato pure nel 1944, quando il campionato non fu omologato a causa degli eventi bellici. Nel 1946 la Reyer femminile divenne campione.

La Misericordia di Venezia ospitò le partite della Reyer fino al 1974, quando le norme sulla capienza degli impianti costrinsero la società a spostarsi al palazzetto dell’Arsenale. Ma grazie a deroghe il club oro-granata riuscì a tornarvi più volte per altri due anni. Le squadre giovanili vi trovarono collocazione fino al 1989 e la palestra fu definitivamente chiusa solo nel 1991. Dopo una lunga dismissione, il recupero è stato ultimato nel 2016 grazie alla collaborazione tra Comune di Venezia e SMV di Luigi Brugnaro.

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Danilo Gallinari alla Misericordia nel 2021 / Foto © Misericordia di Venezia via Facebook.

Il tempio del basket

Tra tutte le palestre vintage d’Italia, la Misericordia di Venezia è stata senza dubbio la capostipite. Ciò che rendeva assolutamente unico il basket lì dentro non era solo il fatto di giocare tra antiche pitture, soffitti a capriate, capitelli scolpiti e finestroni ad arco. In occasione delle partite, quel luogo si trasformava in un fortino inespugnabile, in cui la Reyer perse pochi punti sfruttando al meglio la vicinanza del pubblico.

Infatti, il campo era allestito nel grande salone al primo piano e circondato sui quattro lati da tribune in legno. Che il pubblico stipava con facilità, assiepandosi in ogni angolo. La Misericordia conteneva un migliaio di posti. Per le partite di cartello, tuttavia, gli spettatori superavano abbondantemente i 1500. Facile immaginare, quindi, come a Venezia il fattore campo fosse determinante. Pur sempre in un clima di correttezza, gli avversari sentivano davvero il fiato sul collo dei tifosi. Al contempo, i beniamini di casa davano il massimo.

Il salone ha dimensioni di 49 metri per 21. Quindi non c’era molto spazio, soprattutto sui lati lunghi del campo. Inoltre all’epoca ancora non c’era il tiro da tre punti. Un aspetto che, come in altre parti d’Italia, favoriva la realizzazione di campi da basket anche in ambienti che oggi, per le loro dimensioni, non lo consentirebbero.

Oggi non c’è più traccia di basket alla Misericordia di Venezia, ma in quello che fu un tempio della palla a spicchi riecheggiano fortissimi il suono del pallone e le grida del pubblico.

Foto tratta da Metropolitano.it
Foto tratta da MisericordiadiVenezia.it

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