Tyrrell Winston è un artista californiano che vive a New York e realizza opere d’arte riutilizzando palloni da basket sgonfiati, bucati, lacerati, trovati per le strade.
Dalla spazzatura all’arte, per Winston il passo è breve. Non solo: oltre ai palloni, nei suoi lavori trovano posto anche altri oggetti reperiti rovistando tra asfalto e marciapiedi. Soprattutto retine di canestri rotte, di nylon o di metallo, mozziconi e pacchetti di sigarette, involucri delle caramelle Tic Tac.
Un arte che è anche servizio alla comunità: Tyrrell Winston, di fatto, incentiva la pulizia delle strade e la pratica del riuso. Inoltre, quando trova una retina di un canestro inutilizzabile, e quindi buona per le sue opere, la sostituisce con una nuova.
Tyrrell Winston: l’artista
Nato nel 1985 e cresciuto a Los Angeles, Tyrrell Winston si è trasferito a New York per completare gli studi universitari, laureandosi in Art Administration al Wagner College. L’idea di realizzare opere d’arte con oggetti raccolti dalla strada gli è venuta girando per la metropoli tra un colloquio di lavoro e l’altro.
Ha iniziato con semplici collage di carta straccia e fogli di giornale, fino ad arrivare alle composizioni di palloni da basket e retine. Per quanto riguarda i lavori in cui riusa mozziconi e pacchetti di sigarette, il suo intento non è certo difendere il fumo, ma responsabilizzare il pubblico sulla sua pericolosità.
Le sue opere e le sue mostre trovano posto nelle gallerie d’arte delle più importanti città del mondo: New York, Los Angeles, Parigi, Bruxelles, Stoccolma e Tokyo. Nella capitale giapponese espone dal 12 al 29 ottobre 2019 con la mostra The World is Filled.
Un pallone, tante
“La palla da basket perfetta – sostiene Winston – è consumata e segnata dal tempo, la perfetta retina rotta è una catena di metallo arrugginito completamente deformata dall’uso“.
Queste sculture, per l’artista, vogliono rievocare quei momenti di divertimento e unione vissuti sulle centinaia di playground di New York. Palle da basket e retine di canestri spingono l’osservatore a immaginare le infinite storie che possano esserci dietro.
Gli oggetti vengono così ricontestualizzati ed elevati da rifiuto a componente essenziale di un’opera d’arte, instaurando un ciclo di abbandono e rinascita.