7 iconici capelli di Dennis Rodman

I capelli di Dennis Rodman sono una delle immagini più curiose e iconiche del basket NBA e della cultura pop degli anni Novanta.

Tinte esuberanti e cangianti con inaudita frequenza che hanno elettrizzato i fan, accompagnando il generoso stile di gioco del cinque volte campione NBA e sette volte Difensore dell’anno.

Rodman inizia a colorarsi la testa dal 1993, dopo essere passato dai Detroit Pistons ai San Antonio Spurs. Con i “Bad Boys” aveva vinto due titoli NBA (1989 e 1990), altri tre consecutivi ne conquisterà in seguito con i Chicago Bulls (1996, 1997 e 1998). Nelle due stagioni in Texas, invece, non combina granché, tra insofferenze personali e scarsa integrazione.

È proprio lì che, in reazione a qualsiasi comportamento codificato, la personalità di Dennis straborda definitivamente, tra tatuaggi, love story con Madonna, notti brave come se non ci fosse domani e abbigliamenti da far sembrare i tunnel outfits di oggi una festicciola di carnevale dell’asilo.

Soprannominato The Worm, “il verme”, sembra da sua madre per via dei movimenti sinuosi mentre giocava a flipper, pochi altri giocatori possono vantare un’impronta stilistica tanto audace e unica quanto Dennis Rodman, capace di sfidare come nessun altro i canoni estetici convenzionali con i suoi atteggiamenti stravaganti ogni oltre immaginazione.

Ecco qui una selezione di 7 iconici capelli di Dennis Rodman visti nel corso della sua carriera.

Green Style

La fluorescente capigliatura verde mela è una delle più celebri tra quelle sfoggiate da Dennis Rodman. Ed è anche una delle prime attestazioni della sua metamorfosi ai tempi degli Spurs. Riproporrà poi lo stile “Flubber” anche ai Chicago Bulls e quindi in una versione con larghe macchie nere alle finali NBA 1998, quelle di The Last Dance.

Simil-leopardo per Scottie

Sembra un pattern leopardato, già apparso in testa a Rodman in diverse occasioni. Ma guardando bene le macchie nere, si nota che si tratta, realtà, di una serie di “33”, il numero di maglia di Scottie Pippen. Sono infatti un omaggio al compagno di squadra quando, nel gennaio 1998, rientra dopo l’infortunio che l’aveva tenuto fuori dall’inizio della stagione.

L’uomo tigre

capelli di dennis rodman

Sempre dell’epoca Bulls è una tinta assolutamente appariscente: vigorosi zig-zag neri su fondo giallo e rosso. Un motivo che a prima vista ricorda una tigre. Sicuramente, tra i capelli di Dennis Rodman, è uno dei più impattanti. Pare che sia un tributo all’anno della tigre del calendario cinese oppure al casco dei Cincinnati Bengals, squadra di football NFL.

Red head

Quella rosso fuoco (o anche fucsia) è una testa molto cool. Rodman la ostenta prima a San Antonio e poi a Chicago. Il risultato, però, è nettamente migliore in contrasto con il bianco-nero-argento delle divise degli Spurs. In tempi recenti, è stata emulata da Jeremy Sochan. A proposito, il protagonista del manga Slam Dunk, Hanamichi Sakuragi, è un omaggio a lui.

Cerchi nel grano?

capelli dennis rodman

Sempre a San Antonio, in una sera del 1995 Dennis Rodman si presenta in campo con una testa arancione con una sorta di bersaglio circolare sulla nuca. L’effetto è quello dei cerchi nel grano pseudo-alieni. Si dice che questo look si ispiri al film distopico Demolition Man, dove Wesley Snipes (il protagonista di Chi non salta bianco è) sfoggia una vistosa capigliatura arancio.

The Block Color

La fantasia detta Block Color ha ispirato la canzone Dirrty di Christina Aguilera, una hit del 2002 [Yo, Christina (What?), better hop in here / My block live and in color like Rodman hair]. Passata spesso inosservata, la combinazione di giallo cadmio, vinaccia e petrolio è in realtà dotata di una certa eleganza.

Old but gold

capelli di dennis rodman lakers

Non possono esistere gli anni Novanta senza almeno una tinta bionda. E quindi anche Dennis Rodman ne ha mostrate diverse. Eccone una ben riuscita, quella oro del suo breve periodo ai Lakers nella parte finale della carriera, e una decisamente no: lo smile del 1997, che se fosse stato un po’ meno sbiadito, sarebbe stato davvero uno spettacolo.

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