Ai playground di Milano ci pensa Hard in the Paint

Non c’è città in Italia con più playground di Milano e del suo hinterland. Molti di essi, però, necessitano di una sistemazione o di una maggior valorizzazione. E la street art, come avviene in tutto il mondo, è un’ottima strada da seguire.

A tale scopo è nata l’associazione di volontariato Hard in the Paint, che tra la fine di marzo e l’inizio di aprile 2021 ha completato la sua prima opera di riqualificazione: il rifacimento artistico del campo da basket del quartiere Valleambrosia, nel comune di Rozzano. Hard in the Paint è nata dall’amore per il basket e la street art ed è dedita alla ricerca di playground trascurati, da far risorgere attraverso forme e colori. Così come, soprattutto negli ultimi anni, siamo abituati a vedere in molte metropoli, dalla “Mecca” New York in giù.

Sette amici, tutti di estrazione cestistica come appassionati o giocatori minors, si sono uniti nella sfida di rendere più belli i playground di Milano. Quindi, sono entrati nel gruppo due street artist originari di Binasco, molto attivi sul territorio anche in progetti importanti con aziende e istituzioni. Loro sono Nerd (@nerdyboy87) e Palma 77 (@neralabestia).

Spiega Luca Trevisan, uno dei promotori: “Siamo giovani tra i 25 e i 35 anni, tutti provenienti dal mondo del basket e quasi tutti di Milano. Due di noi sono umbri e ne approfitto per sottolineare il rapporto che abbiamo con il DAT Street Classic di Perugia. Inizialmente, volevamo proprio organizzare tornei. E, con l’occasione, riqualificare i campetti. La pandemia ha bloccato tutto: così, per non fermarci, abbiamo lasciato perdere i tornei dedicandoci soltanto al recupero in chiave street art“.

playground di milano rozzano hard in the paint

In missione per i playground di Milano

In questi mesi, i ragazzi di Hard in the Paint hanno imbastito contatti e relazioni con vari comuni dell’hinterland milanese. E anche con il capoluogo stesso, che in seguito sarà interessato dall’iniziativa. A parte qualche immancabile lungaggine burocratica, hanno trovato una certa disponibilità. “In fondo, è come se noi donassimo qualcosa al comune in cui si trova il playground – continua Trevisan – La parte artistica è a nostre spese, non ci sono sponsor né finalità commerciali. E la nostra è un’associazione di volontariato che si finanzia con donazioni liberali. Inoltre cerchiamo campetti nelle periferie più dimenticate e ci piace coinvolgere realtà e artisti locali“.

Quello di Rozzano è il primo playground firmato Hard in the Paint e molti altri sono già in agenda. Motivi geometrici e astratti e colori tenui: lilla, rosa, giallo chiaro, con qua e là triangoli bordeaux, per un suggestivo effetto finale. L’intento è quello di non sacrificare la giocabilità in nome dell’arte. In molti posti, infatti, esistono lavori bellissimi, ma che hanno finito per rendere invisibili le linee regolamentari.

In ogni caso, la street art anche in Italia vuole porsi come efficace antidoto al degrado e alla trascuratezza dei centri urbani. E, fondendosi con la passione per il basket, contribuire a creare luoghi di sport, incontro, socializzazione. Conclude Trevisan: “Speriamo che possano nascere anche altre realtà come la nostra, sia a Milano che fuori. Inoltre siamo disponibili a fare consulenza per altri comuni e per chiunque, in tutta Italia, voglia intraprendere progetti simili a Hard in the Paint“.

Da sottolineare, infine, il bellissimo nome scelto per l’associazione. Non solo Hard in the Paint riprende un’espressione slang che invita ad essere tosti in campo, ma gioca sul doppio senso di paint: sia “dipingere”, sia l’area pitturata dei tre secondi.

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