Robert Indiana e la MECCA dei parquet

Robert Indiana (1928-2018) è uno dei grandi artisti contemporanei che, come Jeff Koons, hanno legato il proprio nome anche alla pallacanestro. Questo è avvenuto grazie al parquet disegnato per la MECCA Arena di Milwaukee, oggi UW-Milwaukee Panther Arena.

Che Indiana avesse il basket nel destino non lo svela soltanto il suo cognome d’arte, un omaggio al suo stato natio, ma anche il luogo di nascita: New Castle. Ovvero la cittadina che vanta la palestra liceale più capiente degli Stati Uniti (New Castle Fieldhouse, 8424 posti) e la Indiana Basketball Hall of Fame. E da cui l’uomo che all’anagrafe faceva Robert Clark partì per stabilirsi a New York e diventare esponente di punta della scena pop art.

Nel 1964, incaricato di creare una cartolina natalizia per il Museum of Modern Art, raggiunse la notorietà planetaria con la sua opera più famosa: il LOVE rosso. Quello con la “o” sbilenca e le quattro lettere maiuscole disposte in un quadrato perfetto, replicato in innumerevoli versioni scultoree in tutto il mondo. Nonché simbolo dello stile di Indiana, caratterizzato da immagini semplici e lineari, ma potenti ed evocative, destinate a diventare vere e proprie icone pop.

Tredici anni dopo, nel 1977, dalla municipalità di Milwaukee arriva una commissione particolare: progettare il campo da basket in parquet calcato dai professionisti NBA dei Milwaukee Bucks. Luogo: MECCA Arena, allora il maggior impianto coperto della città del Wisconsin.

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Foto: NBA.com.

The MECCA Arena in Milwaukee

MECCA non c’entra niente con La Mecca, la città santa dei musulmani in Arabia Saudita. E non è neppure un soprannome, perché Milwaukee non è certo la mecca del basket. Infatti la denominazione dell’impianto si scrive interamente in maiuscolo, in quanto acronimo di (The) Milwaukee Exposition, Convention Center and Arena, complesso edificato nel 1974 e oggi sostituito da uno più recente. L’arena vera e propria, però, risale al 1950 e si chiamava Milwaukee Arena. I Bucks ci hanno giocato dal 1968 al 1988, vincendovi il titolo nel 1971 con Oscar Robertson e Kareem Abdul-Jabbar e ospitando l’All-Star Game 1977, ma ancora sul vecchio parquet.

Dal 1995 a oggi ha attraversato due ristrutturazioni e quattro cambi di nome: Wisconsin Center Arena fino al 2000, U.S. Cellular Arena fino al 2014 e attualmente UW-Milwaukee Panther Arena (è la casa dei Panthers della University of Wisconsin-Milwaukee, in NCAA). In passato hanno giocato qui i Milwaukee Hawks, oggi Atlanta, dal 1951 al 1955 e, nel college basketball, Marquette dal 1974 al 1988. E ha ospitato concertini niente male: Beatles, Queen, Elvis Presley, Grateful Dead, Bob Dylan. Per il basket è omologata per 10.783 spettatori.

Il parquet di Robert Indiana venne posto in opera nel 1977, giusto un anno prima che l’artista lasciasse New York e si ritirasse vita natural durante a Vinalhaven, isoletta del Maine. Utilizzato per undici anni, è stato definito “il parquet che ha reso famosa Milwaukee” (the floor that made Milwaukee famous). ESPN lo ha ricordato in uno dei suoi documentari della serie 30 for 30 e si può considerare una delle più grandi opere pop art del mondo, con i suoi 650 metri quadrati di superficie.

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Foto: Wikipedia.

Il parquet di Robert Indiana

La commissione cittadina che scelse il nuovo parquet preferì il progetto di Robert Indiana a quello di Victor Vasarely, il massimo esponente della optical art, probabilmente troppo propenso a inserire illusioni ottiche che non avrebbero facilitato il gioco del basket.

Indiana, che ricevette un compenso di 27.500 dollari, realizzò un campo il cui colore dominante era il giallo scuro. All’interno, parti geometriche in arancione delineavano due grandi “M” speculari, l’iniziale di Milwaukee. Le aree dei tre secondi erano rosse, così come il cerchio di centrocampo, intorno a cui ruotava una doppia scritta MECCA celeste. Una linea blu incorniciava il rettangolo di gioco, con le zone esterne in verde scuro, colore dei Bucks.

L’inaugurazione avvenne il 18 ottobre 1977 con Milwaukee Bucks-Los Angeles Lakers. Tra gli ospiti Kareem Abdul-Jabbar nelle vesti di ex. Per undici anni la NBA giocò quindi su una vera opera d’arte. Quaranta anni dopo, il 26 ottobre 2017, i Bucks sono tornati al The MECCA per una gara di regular season, persa con i Boston Celtics 96-89. In tale occasione è comparsa una replica perfetta del parquet di Robert Indiana, realizzata dall’azienda Prostar. A fine partita, è stato smantellato e installato alla Menominee Nation Arena di Oshkosh, impianto dei Wisconsin Herd di G League, ma senza più il disegno dell’artista.

E il parquet originale del 1977 che fine ha fatto? Caduto in disuso, intorno al 2010 un fan dei Bucks, Andy Goralski, lo ha acquistato con lo scopo di proteggere l’opera. Giace tuttora in un magazzino specializzato in conservazione di opere d’arte, che appartiene al nipote del proprietario della Prostar. Nel 2018, inoltre, la squadra lo ha ulteriormente celebrato con una maglia speciale.

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Foto da Sultanmarketim.com.
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