Il vino di CJ McCollum, che porta il nome di McCollum Heritage 91, è un esempio di quanto la passione per i vini pregiati sia piuttosto diffusa tra i giocatori NBA.
La stessa guardia dei Portland Trail Blazers e una star come Jimmy Butler, negli ultimi anni, non si sono fatti mancare sortite estive in Toscana, per apprendere direttamente dai depositari di una tradizione millenaria. Carmelo Anthony e Dwyane Wade sono altri due cultori del buon bere. Per non parlare di LeBron James, che si è mostrato spesso sui social con una bottiglia di Sassicaia.
Un personaggio come CJ McCollum, però, non poteva accontentarsi di essere un semplice degustatore. Il partner-in-crime di Damian Lillard è un giovane dai mille interessi, abituato ad andare in profondità, a comprendere tutte le sfumature di ogni cosa con cui ha a che fare. E così, con la stessa passione con cui intende diventare un giornalista, anche nell’enologia è andato oltre.
Ha infatti esordito come produttore di vino, abbracciando con sconfinata curiosità una vocazione che affonda le sue radici in un mondo di antichi saperi, di lavoro della terra e di una cultura che coniuga passato, presente e futuro.
La passione per il vino di CJ McCollum
CJ McCollum ha trascorso tutta la carriera professionistica a Portland, in Oregon. Uno stato che include la Willamette Valley, una delle regioni più rinomate degli Stati Uniti dal punto di vista della viticoltura. Vi si contano oltre 600 cantine. In particolare vi si produce il Pinot nero su suolo vulcanico ed è proprio di questo che CJ si è innamorato. Lo ritiene un vino non troppo forte né troppo leggero, in grado di essere abbinato a molte varietà di cibi.
Il numero 3 dei Blazers, in realtà, si era avvicinato alla cultura enoica già ai tempi dell’università, a Lehigh, grazie all’allora fidanzata e oggi moglie Elise Esposito. Chiare origini italiane, plurilaureata e affermatasi come dentista, Elise ha contribuito ad aprire un mondo davanti agli occhi di CJ, che una volta scelto da Portland si è trovato a due passi da distese di vigneti entrate nel suo cuore.
Con l’abituale dedizione che mette in tutto ciò che fa, McCollum è diventato sempre più introdotto in materia. Oggi ha una cantina personale in continua crescita, che ha superato le 500 bottiglie da tutto il mondo. Degustazioni, esperienze in azienda, studio individuale, spirito imprenditoriale lo hanno spinto verso un nuovo traguardo da perseguire con la stessa determinazione con cui gioca a basket. Cioè la creazione di un’etichetta propria.
La partnership con Adelsheim Vineyard
Il primo vino prodotto da CJ McCollum è stato così il McCollum Heritage 91. Un Pinot nero dell’annata 2018, invecchiato per dieci mesi in botti di legno di quercia francese. L’imbottigliamento è avvenuto nelle strutture dell’azienda Adelsheim Vineyard di Newberg, con cui il cestista ha stabilito l’essenziale partnership.
Caratteristica di questi vigneti, che si trovano sulle Chehalem Mountains, a sud-ovest di Portland, è quella di svilupparsi su un suolo di tipo vulcanico. E normalmente tali suoli sono considerati ideali per produrre ottimi vini. Messo in vendita a 50 dollari la bottiglia, e con un massimo di sei bottiglie per cliente, il primo lancio del McCollum Heritage 91 del 2018 è andato presto esaurito. C’è quindi grande attesa per le prossime opportunità di acquisto.
Essendo un perfezionista, oltre che una persona molto preparata, il giocatore dei Trail Blazers si è occupato in prima persona dell’identità del brand e della campagna di marketing. Mentre nella winemaker Gina Hennen ha trovato una guida insostituibile sia per la propria cultura vinicola sia per organizzare il processo produttivo.
Perché McCollum Heritage 91?
È opportuno spendere due parole sui motivi del nome scelto da CJ per il proprio vino: McCollum Heritage 91. La prima parte, il cognome, è ovvia.
Heritage, quindi, sta per eredità, intesa anche e soprattutto in senso culturale. Richiama il concetto di legacy così caro a molti campioni dello sport. “Lasciare una legacy – spiega McCollum – è sempre stato enormemente importante per me e le circostanze degli ultimi tempi hanno rinforzato questo sentimento, dentro e fuori dal campo. Questo vino rappresenta un’estensione delle passioni e delle attività che voglio condividere per onorare le persone, le cause e i luoghi più significativi per me“.
Ma Heritage è anche il nome della via in cui è cresciuto, a Canton, Ohio, città dove è nato appunto nel 1991. Infine, sull’etichetta della bottiglia si nota un fiore: è l’anthurium, il fiore preferito di sua moglie Elise, simbolo di felicità, abbondanza, ospitalità. Rappresenta la loro relazione e la volontà di condividere la passione per il vino che li accomuna.