“More Than A Vote”, LeBron James per il diritto di voto negli USA

More Than A Vote in bianco su una mano nera aperta e protesa in alto, in segno di presenza e partecipazione: questo è il logo, appunto, di More Than A Vote.

Si tratta dell’associazione non-profit promossa da LeBron James per fare in modo che il maggior numero di persone possibile, soprattutto afroamericane e delle altre minoranze, vada a votare alle elezioni presidenziali USA del 3 novembre 2020.

L’iniziativa è stata lanciata dal giocatore NBA dei Los Angeles Lakers sull’onda dei movimenti di protesta che negli Stati Uniti sono esplosi in seguito alla morte di George Floyd e ha ricevuto l’adesione di numerosi atleti, ex atleti, artisti, personaggi televisivi e di varia natura.

Non è un mistero che LeBron James parteggi per i democratici e che in questi anni non abbia risparmiato feroci critiche al presidente Donald Trump. Tuttavia l’obiettivo di More Than A Vote è quello di incentivare l’esercizio del diritto di voto, che appartiene a tutti i cittadini, senza distinzione di colore, ceto sociale o credo politico.

Il diritto di voto negli Stati Uniti

I cittadini degli Stati Uniti non ottengono automaticamente il diritto di voto al compimento del diciottesimo anno di età. Per acquisire il diritto a partecipare alle elezioni, è necessario registrarsi come elettori nelle apposite liste elettorali.

Di conseguenza, per una serie di motivi, non tutti decidono di iscriversi per poter votare: normalmente, infatti, le elezioni americane sono caratterizzate da un’affluenza inferiore rispetto a quella a cui siamo abituati in Italia o in Europa. Negli USA, quindi, vota una percentuale della popolazione avente diritto che spesso fa fatica ad arrivare al 50%.

Facile immaginare che la maggioranza degli elettori risulti composta da cittadini bianchi e benestanti, mentre presso le classi più povere e le minoranze etniche la predisposizione a recarsi alle urne sia nettamente inferiore. A ciò va aggiunto che, per queste ultime, non mancano difficoltà di carattere organizzativo, burocratico, amministrativo e anche economico che finiscono di fatto per scoraggiare l’accesso al voto. Molti, ad esempio, non possono permettersi di prendere un permesso lavorativo (negli Stati Uniti l’Election Day è sempre di martedì).

C’è infine la convinzione che siano i repubblicani a remare contro la rimozione di questi ostacoli, temendo che un aumento del numero di elettori registrati grazie all’ingresso di ulteriori afroamericani, latinos e altre minoranze possa favorire i rivali del partito democratico. L’ennesima dimostrazione di “razzismo sistemico” che pervade la società statunitense.

lebron james barack obana

LeBron contro Trump?

More Than a Vote, che va ad affiancarsi a una serie di associazioni attive da anni per incrementare le liste elettorali sensibilizzando la popolazione afroamericana, può sembrare da parte di LeBron James un tentativo di scongiurare la rielezione di Trump. Effettivamente non si fa peccato a pensarlo.

Trump, espressione della destra sovranista, è considerato insensibile o di ostacolo a tutte le questioni che interessano la realtà quotidiana degli afroamericani. E il suo comportamento durante le recenti proteste lo ha dimostrato. Il rapporto con il mondo dello sport è tutt’altro che idilliaco, dalla vicenda di Colin Kaepernick fino alle mancate visite della squadra campione NBA alla Casa Bianca e agli scontri verbali con personaggi quali Gregg Popovich, Steve Kerr e lo stesso LeBron.

Invece a LeBron James, afroamericano, uomo Nike e uno degli atleti più in vista al mondo, molti prevedono o auspicano addirittura un futuro in politica. “The Kid from Akron” già si distingue per il suo impegno sociale, come la scuola I Promise che ha fondato nella sua città natale in Ohio (uno dei cosiddetti swing states, tra l’altro, che possono essere decisivi per l’esito del voto presidenziale). Inoltre in lui potrebbe esserci quella capacità diplomatica e di compromesso che si richiede inevitabilmente a un politico.

Più di un voto

More Than A Vote (“più di un voto”) riprende il claim More Than An Athlete (“più di un atleta”) molto ricorrente nelle campagne sociali di LeBron James. Una frase che indica proprio il modello di sportivo professionista che si impegna anche fuori dal campo per aiutare e far crescere la comunità da cui proviene, diventando fonte di ispirazione per gli altri.

Così, questa associazione vuole porsi dalla parte degli afroamericani per smascherare chi vuole impedire alle persone di andare a votare. Denunciando, ad esempio, ogni possibile tattica di soppressione di questo diritto come fake news e disinformazione in campagna elettorale. E soprattutto sensibilizzando e informando correttamente sull’importanza di andare a votare – al di là di chi si voti – attraverso attività di educazione, motivazione e protezione della comunità.

Visto tutto ciò che sta succedendo nel mondo – dice LeBron James – le persone finalmente hanno cominciato ad ascoltarci. Finalmente abbiamo messo un piede nella porta. Per quanto a lungo ci resteremo dipende da noi. Non lo sappiamo per certo. Ma finalmente stiamo ricevendo attenzione e questa volta possiamo fare la differenza. Vogliamo che votiate ma vogliamo anche spiegarvi come, dandovi le conoscenze necessarie e facendovi scoprire cosa fanno gli altri per impedirvelo“.

Perché, come si legge sul sito www.morethanavote.org, Change isn’t made by watching from the sidelines, il cambiamento non si fa stando a guardare da bordo campo.

more than a vote

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